Ieri sera ero davvero proprio stanca. Era stata una di quelle giornate iniziate troppo presto, con una pressione che si piantava sul collo come le unghie di un gatto, ma senza averne la morbidezza del pelo. E anche a casa, poi, era una telefonata dopo l’altra, in quel convulso assurdo meccanismo per cui, a giochi fatti, ciascuno deve dire la propria (parlare prima no, eh?). Ad un certo punto ho detto basta. Ho preparato una tazza di infuso arancia e cannella e dopo la doccia ho infilato il pigiama, chiudendo virtualmente col mondo esterno. Pensavo di dedicarmi a uno dei tanti libri che ho sul comodino e che aspettano con impazienza di esser sfogliati… invece no, sul tavolo, lasciato da mia figlia, c’era Il barone rampante. Oh, io amo Calvino, lo amo ogni volta di più. E riesce sempre a raggiungermi anche quando io non lo cerco.
E quando finalmente ho dovuto spegnere la luce ero serena, riposata, appagata. Avevo persino dimenticato di bere la mia tisana 🙂
I libri hanno un potere veramente speciale! Li amo ^_^
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Io ho messo tra i libri cult le sue Lezioni americane.
Non le sfoglio nemmeno quanto vorrei, ma stanno lì più a darmi idee su come vivere la vita che come impulsi a scrivere (anche quella è una cosa che molto colpevolmente trascuro).
Per dartene un’idea, stanno a fianco de L’arte di correre di Murakami (Haruki).
I romanzi di Calvino, invece, li ho amati molto quando li lessi (per lo più alle superiori), ma per pigrizia non li mai ripresi in mano; a differenza delle fiabe, che ogni tanto una mia amica mi legge a voce alta.
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