Un’abitudine al mese*: rifare il letto

Molte mamme hanno educato le proprie figlie fin da piccolissime a rifarsi il letto senza una grinza, dopo aver arieggiato per bene coperte e lenzuola. Inutile dire che io ho avuto un’educazione differente: a casa nostra c’era una colf che sbrigava questo ed altri servizi e, una volta diventata grande, ho spesso trascurato di occuparmene. Colpevolmente.

Non lo so cosa succedesse a voi (o a quelle/i di voi che non rifacevano il letto negli anni dell’università e della giovinezza), ma io ho sempre vissuto questa mia trasandatezza con un senso di colpa. Appena arrivava un ospite improvviso mi precipitavo a rimetterlo in sesto (il letto, ovviamente!) e finalmente ho capito che bastavano pochi minuti e pochi gesti, ed ho preso la buona abitudine.

Vivevo a Venezia da un’anziana signora, vedova, che aveva fatto la guardarobiera in un grandissimo hotel e gestiva la casa con un’efficienza esemplare. A volte passavo in camera a salutarla prima di uscire ed immancabilmente la trovavo col letto impeccabile, i capelli perfettamente in ordine, un filo di rossetto e un uncinetto in mano. Una nonna adottiva che mi ha insegnato moltissimo e che mi è tornata in mente appena ho letto l’abitudine di aprile.

Non esco mai di casa con la camera in disordine. Anzi, non esco più di casa, con la camera in disordine. FlyLady mi ha ricordato che le buone abitudini si possono recuperare in ogni momento, e che sono buone proprio perchè migliorano la qualità della vita. Quando entro a guardarmi allo specchio, un attimo prima di andare al lavoro, sono felice di vedere che tutto è al suo posto. Una camera che sta progressivamente perdendo i suoi mobili (all’inizio del blog era decisamente stipata, ma è in corso da un anno e mezzo un decluttering progressivo) e che man mano che si depura mi trasmette serenità.

(* parlo delle abitudini che ci raccomanda FlyLady, ovviamente!)