Felicità è… buttare i libri che odio

houellebecqAh, finalmente. Mi chiedo perchè mai non l’abbia fatto prima. I miei amici sanno che ho la fobia di invecchiare. Sono sempre stata una di quelle donne (e, prima, ragazze) ossessionate dai capelli che diventano grigi, la pelle che si raggrinzisce, lo sguardo che si opacizza, il seno che cade e tutto il resto (sob).

Spaventata dall’idea di perdere la vitalità e la sensualità, confidavo nel fatto che, maturando, sarei diventata comunque una persona dalla vita interiore più ricca, e avrei acquisito un fascino dato dall’età, dalla personalità e dalle esperienze vissute.

Poi, alcuni anni fa, un amico (amico? uno stronzo! lasciatemelo dire, tanto non ci sono minorenni fra i miei lettori!) mi invitò a leggere i romanzi di Houellebecq, disse che mi ci sarei ritrovata. Me ne parlò benissimo, e i suoi consigli di lettura mi erano sempre stati preziosi, e così, trovandomi in Francia, comprai 3 dei suoi libri in versione originale.

e…

Quello scrittore odia le donne vecchie, laddove per vecchie si deve intendere over 30. Non ho mai trovato nessuno capace di umiliare così la femminilità matura. Non mi importa se voi lo trovate geniale, io ricordo solo il senso di rabbia e di disgusto che mi scaturiva leggendolo. Uno sfigato insopportabile, acido, feroce.

Di tanto in tanto spolverando la libreria, o prendendo un libro, l’occhio mi cadeva su di loro. E lo distoglievo infastidita. Finchè oggi ho capito che potevo in qualche modo riscattarmi: li ho tolti dal ripiano, senza neanche guardarli, sono arrivata alla campana gialla della carta e li ho fatti cadere dentro.

Ah, il sapore cristallino del riscatto! Credo di non aver mai buttato un libro, al limite, quando non lo apprezzavo, lo regalavo a qualcuno. Houellebecq invece l’ho proprio messo al macero. Non ho nessun rimorso, finalmente mi sono vendicata. Per quanto meschina e volatile, questa è felicità 🙂

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Questa voce è stata pubblicata in decluttering, quello che non capisco, riflessioni e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

9 risposte a Felicità è… buttare i libri che odio

  1. firmatocarla ha detto:

    Io quello scrittore lì non lo conosco…mi hai messo la pulce nell’orecchio, mi toccherà andare a informarmi, anche se… mi sa tanto che non approfondirò poi con i libri hehehe…

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  2. se ricordo bene anche sua madre l’ha rinnegato… il mio, comunque, è pur sempre decluttering, per questo ne ho parlato sul blog! (e poi quel senso di sollievo meritava di essere raccontato!!)

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  3. risparmiatrice ha detto:

    E’ lo scrittore preferito di mio marito…io conosco i suoi romanzi a menadito..purtroppo per me :-))))
    In realtà, rileggendolo dopo anni (alla prima lettura avrei voluto ucciderlo e poi ballare sul suo corpo esanime eheh) ho scoperto che alcuni suoi romanzi sono veramente belli, quando non si ossessiona troppo sul corpo e sul decadimento suo e altrui…

    In ogni caso…anch’io trovo moooooltissimo liberatorio togliere di mezzo in qualche modo i libri che NON VOGLIO in casa (perchè legati a ricordi terribili, o perchè terribili in sè). Bella mossa :-))))))

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    • lo so che quello scrittore, fatti i distinguo e guardandolo da altri angoli, è migliore di quel che io pensi… ma mi ha così disgustato il suo approccio che non gli ho voluto dare una seconda opportunità. Ha colpito il mio punto debole, e gliene voglio, per questo. Ora penso che mi libererò anche dei libri di cucina (regalandoli, però)… così la smetterò di avere vaghi sensi di colpa quando per sbaglio lo sguardo cade su di loro!

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  4. Denise Cecilia S. ha detto:

    Libri poco invitanti, che mi riprometto di leggere più avanti (e figuriamoci!)… libri interessanti ma tosti… libri belli, ma non memorabili, che non m’importa tenere o che posso semplicemente raccogliere sull’e-reader… di francamente brutti ne ho letti pochi, ma mettiamoci anche quelli… un po’ alla volta stanno tutti prendendo la via del negozio dell’usato (ma pure del regalo, quando ne vale la pena).

    L’autore che citi lo conosco ma non l’ho mai letto, come decine di altri molto noti.
    Non che la cosa mi pesi, ma ora che me ne parli in questo modo sono ancora più curiosa.
    Ma forse è meglio evitare, se poi dovessi avere la tua stessa reazione non mi basterebbe neppure bruciarli, i suoi libri, per chetarmi 😀

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    • per anni e anni ho pensato che i libri fossero un bene inalienabile. Poi ho messo in discussione anche il concetto di ‘bene’… a volte sono tesori preziosi, altre volte pura immondizia. La cosa bella dei libri però è che hanno vita lunga, e se non servono a me possono essere utili, o graditi, ad altri. Così ora c’è un discreto turn over di titoli, a casa mia, molti arrivano dalla biblioteca, molti sono scesi dalla soffitta per esser letti dai ragazzi. Buttarli, quando capita, ha un valore terapeutico.

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      • Denise Cecilia S. ha detto:

        L’ho sempre pensato anch’io, da accanita bibliofila, che più ne aveva più ne voleva avere. Certo, li amavo (e ancora li amo) per ciò che contengono e valgono, però immagino che il tutto fosse esasperato da un banale desiderio di possesso, da un bisogno di trattenere tanta, e tutta la bellezza che mi passava per le mani – altrimenti io l’avrei dispersa, ecco.

        Adesso sono molto più selettiva anche in questo settore, e sollevata di notare che dimezzare la mia libreria personale non mi ha portato a disinteressarmi della lettura…

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      • …anzi, forse l’avere spazi vuoti nella libreria ci permette di essere più ricettivi verso altri titoli. Ad un certo punto m’ero accorta che, di fronte alla prospettiva di un libro da leggere, mi dicevo ‘eh ma ne ho già tot che mi aspettano…’ Non sono cambiata molto, continuo ad accumulare libri sul comodino, ma ogni settimana tolgo di mezzo quelli che non ho aperto… se sarà il caso li riprenderò in mano, altrimenti… avanti i prossimi! (quando posso vado al lavoro a piedi, ascoltando degli audiolibri, e i 4 km e mezzo volano senza neanche accorgersene…)

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  5. Denise Cecilia S. ha detto:

    Agli audiolibri non ci sono ancora abituata, ne ho alcuni in archivio ma… sono pigra 🙂 )
    Per il resto, sì, anch’io continuo ad essere sommersa, ma ora c’è più movimento.
    Ed è quello che conta.

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