Ormai lo dico e lo scrivo, con convinzione, da due anni: la nostra casa ci dà e ci toglie energia in funzione di quel che noi diamo a lei. L’avevo intuito ben prima di leggere il meraviglioso libro di Lucia Larese Spaceclearing e poi ho avuto sempre nuove conferme: quando riesco a tenerla in ordine con regolarità sto bene, e ci passo le ore serenamente e volentieri, quando (e mi succede ancora di tanto in tanto, purtroppo) qualcosa mi sfugge di mano torna la sensazione di disagio e malessere che in passato mi assaliva costantemente e di cui non capivo la causa.
Il mio bisogno di avere la gestione della casa sotto controllo non nasce, quindi, dal timore di ricevere visite inaspettate o dal confronto con quelle, impeccabili, di altre persone: no, no, è proprio una necessità fisiologica.
Credo di aver raccontato, per esempio, che da quando ho vuotato la camera dormo benissimo, vado a letto -a un’ora decente!- con estremo piacere, mi regalo una mezz’ora di lettura prima di spegnere la luce e riesco a lasciarmi invadere da pensieri positivi, lasciando letteralmente fuori dalla porta rogne e malumori che pure anch’io, come tutti, conosco bene.
Qualcuno penserà che la mia sia pura suggestione: non posso escluderlo, ma la cosa non mi cambia il dato: se ora sto meglio, e prima stavo peggio, vuol dire che la suggestione influenza la qualità della mia vita, e quella suggestione è fortemente connessa con le sensazioni che la casa mi trasmette.
Ed è per questo che mi ha colpito, confermando quel che pensavo, un interessante articolo dell’Huffington post (che a sua volta lo riprende da un articolo del sito Healt.com) 10 modi in cui la tua casa ti sta facendo ingrassare. Gli scaffali troppo pieni e la frutta è in frigorifero. Leggetelo (ci vuole un attimo), è davvero illuminante. Vi dirà (o meglio, vi insinuerà il perfido dubbio) che il modo in cui organizziamo certi ambienti -cucina e dispensa in primis- può minare la nostra capacità di resistenza alle tentazioni, e che le nostre cattive abitudini domestiche hanno ripercussioni anche là dove non immagineremmo, ovvero sulla bilancia.
Come? principalmente nascondendo alla vista il cibo più sano e benefico (per esempio mettendo in frigo la frutta fresca), riempiendo a dismisura gli scaffali e lasciando a portata di mano il cibo meno salutare, infilando in un posto ben nascosto il tappetino da ginnastica (con la scusa di non averlo in mezzo ai piedi in caso di visite inattese).
A proposito del tappetino, io ormai mi alleno almeno mezz’ora tutti i giorni in casa (poi, ogni volta che posso, esco a farmi delle lunghe camminate). Vivendo in 80 mq non ho, ovviamente, molto spazio per farlo, ed anzichè scegliere il soggiorno, in cui ci sono spesso figli o marito, ho preferito ricavarmi il mio ‘angolo palestra’ in camera. E’ piccolo, ma sufficiente. E ci penso spesso: meno di due anni fa quel posto non esisteva, ‘mangiato’ com’era da altri mobili che contenevano roba che credevo indispensabile. Ho buttato (o regalato) tutto senza mai avere un rimpianto per quel che ho perso, e mi sono riappropriata della mia camera, in cui da più di tre mesi ogni santissimo giorno sudo e sgambetto davanti al portatile.
Grazie al decluttering ho guadagnato una serie di buone abitudini che mi aiutano a vivere meglio, e l’allenamento quotidiano è l’ultima, in ordine di tempo, ma sicuramente non la meno importante: ho 48 anni, e l’idea di aver inserito il movimento nelle routines quotidiane mi rende davvero orgogliosa, visto che voglio vivere bene, in ottima salute e perfetta forma, fino a 99 anni come mia nonna!!!