Quando discuto con mio marito emergono spesso le nostre due opposte indoli: pessimista fino all’autodistruzione lui, ottimista fin (quasi) all’ottusità io. Ciascuno fatica un po’ ad accettare le sfumature più radicali dell’altro/a, io sono insofferente di fronte alla sua incapacità di cogliere gli aspetti positivi delle cose o delle vicende, e lui, di rimando, proprio non capisce che senso abbia il mio minimizzare tutti i problemi e vederli sempre meno seri di quel che sono.
E vi lascio immaginare la sua faccia quando mi ha visto con questo libricino di Dominique Loreau ‘Aimer la pluie, aimer la vie’ (Amare la pioggia, amare la vita), lui che viene dal profondo e assolatissimo sud e che per caso e per amore si è ritrovato a vivere in un posto umido, piovoso e freddo come può essere solo un fondovalle delle Dolomiti. Lui detesta cordialmente la pioggia, soprattutto quella che si installa qui per settimane e rende impossibile ogni attività all’aperto in qualsiasi stagione (durante l’estate appena trascorsa pensavo si trasformasse in un orso tant’era ingrugnito…)
Oddio, non è che io invece sia una di quelle persone che la mattina si sveglia felice di fronte all’ennesima giornata grigia e piovosa… Ma scoprire l’esistenza di questo volumetto mi ha scatenato un radioso sorriso interiore: vuoi vedere, mi son detta, che sto guardando alla pioggia con un approccio sbagliato?
Già il titolo mi aveva messo di buonumore, perchè è una promessa mica da poco: amare qualcosa che d’impulso non ci piace, e in quel modo legarsi di più al piacere di vivere… o viceversa, amare così tanto la vita da riuscire a riuscire a vedere anche la bellezzia nascosta nella pioggia.
E’ un libricino con più chiavi di lettura, la più semplice, ma per nulla banale, è la citazione di innumerevoli brani o versi tratti da testi in cui si parla della pioggia, nei suoi infiniti modi di manifestarsi. Il senso più profondo, ovviamente, sta nel nostro modo di accettarla, guardarla, capirla, e poi, in intuitiva conseguenza, amarla come metafora della vita, dei nostri problemi, delle sensazioni e delle soluzioni che spesso non cogliamo perchè non ce ne diamo il tempo.
Da quando è nato questo blog mi impegno quasi quotidianamente a stare meglio, a liberarmi del disordine esteriore e del superfluo per avere dentro di me uno spirito più limpido e vòlto all’essenziale: eccolo qui, il regalo del libro, le gocce di pioggia che permeano ogni pagina diventano il fluido per ripulire e rimuovere il disordine interiore e il sottofondo ideale per guardare oltre, chiudere gli occhi e sentirsi più leggeri e propositivi.
Temo non esista la traduzione in italiano, ed è un peccato, perchè l’avrei già regalato alle persone che amo (marito a parte, lui conosce perfettamente il francese ma non lo leggerebbe neanche sotto tortura!).
Dominique Loreau, Aimer la pluie, aimer la vie, Edition L’ai Lu, 2011. Euro 6,90
Ma sai che proprio stamattina, mentre portavo i bambini a scuola sotto la pioggia, ho detto loro che non devono cadere nel luogo comune che la pioggia è brutta. Anzi sarebbe meglio pensare che la pioggia è bella e che sarebbe bello ogni tanto fare una bella passeggiata sotto la pioggia. Anche perché, come dico sempre anche a loro, se vivessero in un paese del nord più piovoso del nostro (ma mi sa che ci stiamo arrivando anche noi a quel clima lì) uscirebbero comunque a giocare fuori, pioggia o non pioggia! grazie ciao!
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ricordo il mio primo viaggio in Normandia, era un pomeriggio di fine maggio, pioveva a dirotto, e la gente lavorava nei campi, camminava, andava in bicicletta come se nulla fosse… poi un pescatore con cui mi lamentavo del maltempo mi disse che la pioggia fa parte della vita, della quotidianità, e che amare un luogo significa anche accettarlo com’è. Esattamente come le persone 🙂
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Ogni tanto passo di qui perché, da quando sono diventata mamma, anch’io ho iniziato un percorso su me stessa per migliorare le mie capacità organizzative e vivere tutti più serenamente. Ho letto i libri di Dominique Loreau, tradotti in italiano,proprio l’estate scorsa, iniziando da quello sulle liste, per ora il mio preferito. Quello sulla semplicità però mi è stato molto utile sul riconsiderare certi spazi piccoli della mia casa, come il piano cucina e il secondo bagno-lavanderia. Abituata a pensare che solo gli oggetti grandi sono utili, erano spazi con troppe cose che ingombravano le mie azioni quotidiane. Via padelle enormi e bacinelle da bucato sempre tra i piedi. Anche se siamo in cinque e mi piace cucinare, le pentole piccole bastano e in lavanderia un contenitore ikea rettangolare si è rivelato la “bacinella perfetta” per come si incastra nel lavello. Ora ho due spazi di lavoro facili da usare e riordinare, soprattutto la lavanderia e gli oggetti eliminati non mi sono mancati. Ora ragiono per oggetti piccoli che devono “vivere” in una casa piccola. Che genialità, eh? 😄 Eppure ora noto la contraddizione di uno spazio piccolo con oggetti grandi e spazi colmi di cose. Quando un cassetto è colmo, tolgo qualcosa fino a quando mi sembra che respiri. Ho anche smesso di fare scorte, per non riempire. Anch’io sto pensando di regalarli alle mie amiche. Grazie per questa segnalazione, attenderò la traduzione perché non conosco proprio il francese 😊
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hai ragione, Maddalena, anch’io sono arrivata alla stessa conclusione circa gli spazi piccoli e il modo in cui li riempiamo. L’aver capito quel passaggio è stata la mia salvezza, perchè io ho bisogno di respirare in casa, e tutto quel che essa contiene ha bisogno di respirare. E in una casa che respira io vivo bene… mentre prima letteralmente soffocavo! E in quanto alla Loreau… beh, la adoro, semplicemente!!! 🙂 a presto, Anna
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