I tre giorni che mi ridiedero l’energia perduta

quando ci vuoleQuando sparisco c’è sempre un motivo, e di solito è dentro di me. Ottobre era stato un mese convulso e caotico, ma novembre è riuscito a superarlo. Tante trasferte, riunioni appiccicate le une sulle altre, gente che chiede continuamente, responsabilità che certe volte vorrei buttare dalla finestra.

In mezzo a tutto questo un vago senso di smarrimento, e la sensazione, o piuttosto il timore, di perdere le mie buone abitudini faticosamente acquisite. Rientravo in casa senza troppo guardarmi attorno per non trovare conferme che sì, stavo trascurando la casa (e il blog, e i miei spazi mentali). Dicevo sempre che nel fine settimana avrei recuperato, ma questi passavano velocemente, e spesso ero altrove (per fortuna, in un certo senso: almeno non mi sono ritrovata a ciabattare piagnucolandomi addosso!). E ricominciavo il lunedì aggiungendo ancora dei nuovi sensi di colpa.

Poi mi è stato chiesto di prendere dei giorni di ferie entro l’anno, per questioni amministrative. E’ stato un flash, ho capito che era il segnale di cui avevo bisogno e miracolosamente mi sono ritrovata un mercoledì, un giovedì e un venerdì liberi, da aggiungere al weekend dell’Immacolata: 6 giorni interi tutti per me.

A qualcuno cadranno le braccia, quando leggerà come ho usato questi 3 giorni di ferie, ma credetemi, sono stati un investimento eccezionale. L’effetto finale è solo di poco paragonabile a tre giorni in una Spa!

Mi sono svegliata alle 6 del mercoledì, come ogni mattina e mi sono vestita subito, indossando le mie scarpette coi lacci ‘da casa’ che se ne stavano rintanate da alcune settimane. Ed è stato come aver messo le ali. Ho preparato una lista dettagliata dei lavori da fare in casa in quei tre giorni, dedicando anche spazi (pomeridiani) ad impegni che procrastinavo da un po’.

Semplicemente ho rigirato la casa, pulendo tutto, dalle porte ai pavimenti, dentro e fuori gli armadietti, ecc. ma nel miglior stile Flylady, cioè con il timer, rapidamente, senza perfezionismo, senza ambire al tutto luccicante. La casa in realtà non era nè troppo sporca nè troppo disordinata, non ho dovuto massacrarmi nè, tantomeno, rimpiangere di non essere rimasta al lavoro.

E’ stato come un rito di purificazione, un riappropriarmi di spazi che nell’ultimo periodo mi erano sfuggiti: ho avuto la fortuna di passare quasi tutto il tempo da sola, in silenzio, senza nemmeno la radio, ad ascoltare i miei pensieri, a vederli via via alleggerirsi e a sentirli finalmente trasformarsi anche in progetti.

Il venerdì sera la casa era perfetta, ed io pure. Ora le routine possono ricominciare, le mail di Flylady sono le benvenute, e tutti i post arretrati di questo blog saranno scritti e pubblicati. E’ un po’ come se avessi passato il capodanno, buttate le tensioni inutili, e ricaricato le batterie.

Il sabato e la domenica sono stati dedicati ai pigri, deliziosi ritmi del riposo, con anche qualche piacevolissima ora -finalmente- regalata ai miei hobby cretivi! E -a parte un bisogno estremo di rifugiarmi dalla mia parrucchiera prima che mi scambino per la strega Amelia-  mi sento come nuova!

 

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6 risposte a I tre giorni che mi ridiedero l’energia perduta

  1. Laura A. ha detto:

    Bentornata cara amica. Riesco benissimo a capirti, conosco quel modo di recuperare dedicandosi al proprio nido, nel silenzio dei propri pensieri. Peccato che per me sia solo un ricordo, non ci riesco più da molto tempo, ahimè, e il tutto langue spaventosamente. Tu prendi l’obbligo delle ferie come il segnale per rigenerarti, io penso bene di farmi venire, per l’ennesima volta quest’anno, febbre e sinusite, e dopo una settimana sono ancora qui immersa nei pacchetti di fazzoletti… 😦
    Quando tiriamo troppo oltre ai nostri limiti, psicologici e fisici, c’è sempre un corpo che, toc toc, ci ricorda che esistiamo anche noi.
    E nel frattempo, si lavora, si studia, si cerca di far avanzare quelle benedette routine di Flylady che non riesco a far evolvere e nel frattempo leggo un libro appena preso (te ne accennavo in una mail) folgorata dalla visione, stravolgente rispetto ai pilastri del metodo di Marla, di una giapponesina che però spiega alcune delle mie attuali contraddizioni rispetto a Flylady. Sto forse inquadrando sul perché, su di me, alcuni tasselli del metodo Flylady, nonostante l’annosa fiducia, non riescono a far presa. Vediamo come procede la lettura e poi ti dico… Un abbraccio grande. 🙂

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  2. Chiara ha detto:

    @Laura mi incuriosisci: qual è il titolo del libro che stai leggendo?

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  3. Elena ha detto:

    A me capita il venerdi’ pomeriggio, quando rientro dal lavoro. Riuscire a riordinare velocemente la casa per poter passare il weekend senza dover pensare alle pulizie…sara’ da pazzi ma sono le ore da cui esco rigenerata!

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