L’anno è iniziato con una bronchite, e tutto sommato sarebbe da chiedersi come avevo fatto a non buscarmela finora… non è bello essere ammalati durante le vacanze, ma giacchè avevo comunque in programma riposo, lettura e relax non ho dovuto modificare granchè i miei progetti. L’inverno precedente era stato mite, senza neve e con pochissime giornate sotto zero… era stato così piacevole che avevo del tutto dimenticato quanto fosse stato rigido negli anni precedenti. E così precipitare, per più giorni di fila, a -9° mi ha proprio spiazzato. Subito dopo Natale è caduta un po’ di neve, una decina di cm al massimo, ed è ancora praticamente tutta lì: troppo freddo perchè possa sciogliersi.
Così approfitto della situazione e mi godo la casa, i miei libri, il divano e il letto.
Eppure, paradossalmente, non è stato facile. Ho scoperto -lo sapevo già, ma ora è assodato- di aver delle grosse difficoltà a ‘lasciarmi andare’, quando si tratta di tempo libero. Ormai sono entrata in modalità ‘organizzazione’ col pilota automatico, ed è diventato ovvio e irrinunciabile, per me, scandire la giornata (anche quando sono a casa) con timer e to do list. E’ vero, come dicevo in uno degli ultimi post, che trovo sempre almeno una mezz’ora tutta per me, ma la vivo, inconsciamente o meno, come un ‘premio’ perchè son stata brava a far quello che dovevo fare.
Ecco, avendo capito che le cose giravano così, avevo pianificato (ussignur, tocca proprio usare questa parola?) di imparare a godermi le vacanze senza sentirmi in obbligo di occupare il tempo in modo produttivo.
E così, finalmente, dopo un tempo infinito ho ripreso in mano le mie paste modellabili, i miei attrezzini e i manuali e mi sono concessa prima qualche ora, poi pomeriggi e giornate intere a pasticciare, giocare e creare. Eppure, ci credereste? ho fatto una gran fatica a riabituarmi al gioco. In questi anni non ho mai smesso di creare bijoux, un po’ per me e mia figlia, o per regalarli, o su commissione, ma, benchè fosse sempre un piacere, era comunque un passatempo mirato a realizzare qualcosa di specifico in quell’ora, due o tre che passavo su quel tavolo.
Stavolta invece volevo qualcosa di diverso: lasciare che le mani si muovessero in modo autonomo, tornare a divertirmi per il piacere di modellare, sperimentare, sbagliare e rifare. E mi scoprivo, di tanto in tanto, a dirmi ‘son qui da tre ore e non ho ancora combinato niente’… Ci sono stati accesi dibattiti tra la mia parte razionale che esigeva un ‘prodotto finito’ e la parte creativa che cercava di ottenere il diritto a non avere nessun vincolo.
Alla fine la creatività ha vinto così bene che, come ‘ai vecchio tempi’, ho ripreso a dimenticarmi di preparare la cena e di guardare l’orologio la sera… le ore volavano in modo incredibilmente leggero ed io mi sentivo -febbre, sinusite e tosse a parte- felice come un bambino.
Una cosa però la segnalo con piacere: prima di andare a dormire sistemavo sempre il tavolo, togliendo di mezzo ciò che avevo usato, pulendo attrezzi, superfici e pennelli… perchè ho scoperto che, nel disordine, mi si blocca la vena creativa… ehehehe, son soddisfazioni, per chi, come me, aveva sempre pensato che il disordine fosse la condizione/condanna obbligata per chi avesse qualche velleità artistica!! (nella foto di inizio post, il tavolo a fine sessione…)
E poi, comunque, ho trovato anche del tempo per declutterare ancora, nei giorni scorsi… due borsone di sciarpe calze e collant (nuovi) che erano davvero di troppo… e non ho ancora finito, tra oggi e domani ci sarà una nuova revisione del guardaroba… 🙂