Cambiamento n. 8: sistemare uno scaffale

ranger etagereIn ufficio ho una serie di scaffali rossi che eliminerei molto volentieri (sapete bene che ormai preferisco togliere i mobili piuttosto che vederli pieni di cose inutili!), ma poichè si tratta di spazi condivisi non ho -purtroppo- questa libertà. Ed ecco quindi che arriva al momento giusto questa ottava sfida che intendo affrontare assieme ai colleghi del nostro griffatissimo ma disordinatissimo open space.

Babauta invita a riordinare cominciando da uno scaffale, perchè le superfici sgombere regalano una sensazione di pace e benessere e rendono gli ambienti di lavoro più stimolanti (nel mio caso è verissimo), confidando poi nel fatto che, di scaffale in scaffale, si arrivi a riordinare l’intera casa.

Ecco come fare:

  • scegliere il ripiano di uno scaffale o altra superficie piana (mensola, top di un mobile, tavolo ecc) e fissare 10 minuti di tempo per occuparsene;
  • liberare completamente la superficie, togliendo ogni cosa e appoggiandola a terra;
  • passare in rassegna un oggetto alla volta. Rispettare questa regola: bisogna prendere subito e velocemente una decisione per ogni singolo oggetto;
  • ci sono tre possibilità: conservare l’oggetto (se serve davvero e lo si usa spesso), buttarlo/regalarlo (mettendolo in una scatola da far uscire di casa il prima possibile) o tenerlo da parte in attesa di una decisione successiva (in una seconda scatola);
  • sistemare poi questa scatola da qualche parte e dimenticarla per 6 mesi, dopo aver segnato sull’agenda la scadenza. Tutto ciò che non sarà stato usato durante quel periodo (ed è immaginabile che la scatola sarà rimasta chiusa…) può essere eliminato senza rimpianti;
  • gli oggetti da conservare vanno invece sistemati al loro posto, ma con attenzione: il posto che assegnamo loro sarà quello definitivo, e lì dovranno essere rimessi ogni volta dopo l’utilizzo.

E’ possibile che la sistemazione di ciascun ripiano necessiti di più di 10 minuti, ma bisogna comunque darsi un tempo massimo per non diventare dispersivi (e qui, lo sapete, io ho sempre il mio timer, che avanza al ritmo di 15 minuti alla volta). E’ importante però procedere a piccoli passi, un solo ripiano alla volta.

Non vi ho detto nulla di nuovo, in fondo, ma è sempre utile ricordarsi che riordinare significa soprattutto sbarazzarsi di ciò che non ci serve!!!

 

Per chi si fosse perso le puntate precedenti di “52 cambiamenti”:

  • Il libro ’52 cambiamenti’ di Leo Babauta: qui
  • Cambiamento n.1- la meditazione: qui
  • Cambiamento n.2 – l’anti-procrastinazione qui
  • Cambiamento n.3 – camminare: qui
  • Cambiamento n.4 – saper prendere le cose come vengono: qui
  • Cambiamento n.5: semplificare: qui
  • Cambiamento n. 6: mangiare in modo consapevole: qui
  • Cambiamento n.7: le cose più importanti: qui
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6 risposte a Cambiamento n. 8: sistemare uno scaffale

  1. claudia ha detto:

    eh eh fosse facile in ufficio! questo post mi ha fatto venire in mente che da qualche parte ho letto che in media in ogni azienda un po’ grossa esistono almeno 19 copie (!!) dello stesso documento…ecco, dove lavoro io siamo appieno nello standard! passiamo ogni tanto un pomeriggio a scremare i doppioni (tripli, quadrupli, ecc.), per poi ricavarne un po’ di carta da riciclo…ma io dico, e un po’ di organizzazione a priori, invece di stampare montagne di inutilità, che poi magari il documento che ti serve veramente non salta fuori? che inutile spreco di carta e di risorse! sgrunt

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    • teoricamente i nostri scaffali rossi non servono a nulla: l’ufficio è una sala training in cui si riuniscono svariati gruppi di persone per corsi di formazione. Il materiale che serve viene portato di volta in volta, e per tutto il resto ci sono degli armadi chiusi a chiave… Ma poichè due pareti sono interamente rivestite di scaffali, ti pare che li lasciano vuoti? eh no, certo: son diventati il ricettacolo di ogni cosa inutile espulsa dagli altri uffici…. sul tema delle stampe (e del relativo risparmio di toner, carta ed elettricità) è in corso una battaglia da anni…

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  2. Denise Cecilia S. ha detto:

    Dopo aver passato diversi mesi con le scatole delle cose da vendere in attesa nel ripostiglio, ho sviluppato un’allergia severa per le “cose tenute da parte”.
    Perciò non potrei mai togliere tutto dal tavolo per rimetterci una cosa alla volta: forse non è un’idea malvagia, ma mi fa star male anche solo pensarla.
    Invece, anche se comunque lungo, preferisco fare il lavoro opposto e togliere un tot alla volta, con perseveranza, andando a periodi come le onde del mare: ogni ondata una serie di oggetti che se ne va; che ieri ancora erano tutto sommato utili e oggi non più.

    Più procedo più respiro.
    Ormai ho imparato che non c’è (quasi) mai fine al decluttering possibile!

    Bacio.

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  3. Anna ha detto:

    Buongiorno! Grazie comunque per il suggerimento, apprezzato e per niente scontato. Anche se sarei di mio una piccola Marie Kondo avevo bisogno di un metodo. Il suo però è piuttosto impegnativo. L’ho messo in pratica per i vestiti e altre cose della casa, ma trovo che per una grande libreria o una stanza studio sia impossibile tirare fuori tutto e trovare spazio o posto per ogni cosa. Ma quanto tempo ci vuole? Io forse non ho il dono della velocità, ma per sistemare carte, appunti e altro di simile ci vuole molto tempo a disposizione. Piuttosto che rimandare ad un’altra occasione penso sia utile il tuo metodo di una mensola alla volta e impiegando un tempo prestabilito. Almeno si elimina ciò che non serve. L’appagamento per l’ordine mi darà lo sprint per passare ad un altro scaffale!!!
    Anna

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