Che almeno mi serva da lezione

viperaNon è semplice coordinare una squadra di persone che (per la maggior parte) non hai scelto tu: ci sono caratteri, competenze e comportamenti da conciliare, equilibri da costruire, e tanto lavoro per valorizzare ciascuno facendo crescere il gruppo. Per fortuna hai la tua collaboratrice e amica, solida figura onnipresente, colei con la quale parli di tutto e condividi idee proposte e preoccupazioni. Colei con cui sempre più spesso ti trovi a discutere di tanti strani episodi che sembrano minare lo spirito di squadra: fughe di notizie, informazioni distorte, pettegolezzi meschini, rivalità e via crescendo.

Settimane e mesi sempre più difficili, tutto quel che credevi di avere costruito ti si sta sgretolando in mano… ti metti in discussione seriamente, studi lavori e approfondisci, cerchi soluzioni che falliscono miseramente, consumi nottate e weekend a cercare di capire cosa ti sia sfuggito di mano, quando, perchè, e vedi sempre più concreta l’ipotesi di rinunciare all’incarico per manifesta incapacità (pensiero tollerabile quanto quello di mollare un figlio…)

Poi una mattina, mentre osservi dalle vetrate le montagne di un rosa cristallino, e pensi al contrasto doloroso tra una natura così sfolgorante e una quotidianità così angosciante qualcuno ti chiede “perchè lei ti odia così tanto?”

Lei? la tua amica, confidente, collaboratrice fidata, lei che a tutti i costi hai voluto al tuo fianco? Impossibile.

Non era affatto impossibile, invece. Bastava aprire gli occhi. Perchè questa è una regola che vale sempre: quando cerchi una risposta non devi mai dare nulla per scontato. La polizia inizia le indagini sempre dalle persone più vicine… io no. Non è che avessi escluso l’ipotesi… semplicemente non l’avevo mai presa in considerazione. Ero arrivata a dubitare seriamente di me, ma mai di lei.

Ora ci sono un bel po’ di macerie, e ci sarà tanto da lavorare… per chi è rimasto, e per chi è appena arrivato. Non lo so se il peggio sia passato, ma almeno sappiamo cos’è successo. Il perchè resterà un mistero, chissà cosa scatta a volte nella testa delle persone…

Sono tanto triste, ma si va avanti. E’ una splendida mattina di sole, e non posso che essere ottimista: almeno avrò imparato qualcosa, da quest’esperienza…

(ah, ovviamente: una volta smascherata e messa alle strette, si è subito dichiarata pentita! 🙂 )

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15 risposte a Che almeno mi serva da lezione

  1. Laura A. ha detto:

    Mia cara, il tuo silenzio dal blog in questi ultimi 15 giorni mi ha fatto pensare spesso a te e mi dicevo che probabilmente eri impegnata nell’organizzazione degli eventi prossimi che riguardano la tua ragazza e la tua ospite. Ma qualcosa non mi convinceva. Un attimo dopo questo pensiero arriva la notifica del tuo post…. Mi dispiace per il tuo stato d’animo, non so se questo evento spiacevole riguarda la tua famiglia o il tuo lavoro, ma ti sono vicina. È così vero che a volte sono proprio le persone a più nostro stretto contatto, e che però non si sono scelte, ad essere fonte di questi problemi. Ci sono passata anche io, nella mia famiglia, e personalmente sto ancora subendone le conseguenze e pagando le scelte non mie. Ma io credo in Dio, e questo mi aiuta ad accettare che anche nelle difficoltà e nei disagi in cui inciampiamo ci sia qualcosa di positivo e di costruttivo per noi, anche fosse solo imparare dall’errore di valutazione e ad evitare situazioni future analoghe. Molto spesso è l’invidia nel cuore che rende alcune persone malvagie della vita degli altri e delle loro capacità, non è detto che ci sia sempre un perché o un motivo preciso. Vai avanti per la tua strada, guarda il sole e la tua vita ricca di ottimismo e positività, augurando all’altra persona che il suo pentimento sia vero e che abbia imparato LEI la sua vera lezione: imparare ad avere il proprio cuore trasparente come un cristallo, per non ferire più gli altri, senza più rubare agli altri i doni della fiducia e della bontà. Un abbraccio fortissimo, amica mia.

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    • eh, cara Lauretta, il punto è che LEI l’avevo fortemente voluta io, ritenendola l’elemento che avrebbe aiutato la coesione del gruppo… Non avevo dubbi sulle sue capacità perchè è oggettivamente in gamba, e nemmeno sulla sua lealtà, perchè mi fidavo di lei. Al punto che, malgrado non si sia riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati, lei è l’unica a cui ho dato una valutazione eccellente, proprio per il suo impegno… Io non ho portato a casa un euro (correttamente) ma lei si è presa un super bonus… grazie alle fettone di prosciutto che mi ero piazzata sugli occhi! grrrrr…

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  2. claudia ha detto:

    che brutta situazione….io non credo che avrei la capacità di affrontare faccia a faccia una persona che si è comportata così…ho un carattere strano, faccio fatica ad arrabbiarmi con gli altri ma dentro di me rimugino e sclero….
    è vero, è una bella giornata (anche oggi, per fortuna!), tutto procede, le macerie si possono spazzare e archiviare, però rimane sempre un fondo di rabbia (e a me rimarrebbe sempre un tarletto riguardo alla fiducia…), spero che si dissolva in fretta!

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    • nella mia vita c’è una persona in meno. non le ho tolto gli occhi e nemmeno rasa al suolo (perchè ho un autocontrollo fenomenale) ma professionalmente è bruciata. Ci sono tante domande a cui non so rispondermi, la più semplice è ‘perchè?’… e poi mi dico che è davvero una bella, bellissima cosa non conoscere l’invidia

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  3. Alessietta ha detto:

    Come odio queste persone! Le odio!!!
    Carissima, ti sono vicina. Lavorativamente ho imparato a essere friendly ma non friendly. Chi lavora con me è sempre e comunque un collega. Grande insegnamento di una mia ex collega, prima compagna di università, e ora mia grandissima amica.
    Se vuoi sapere un mio ex collega, con cui ho condiviso nottate di lavoro e di divertimento e credevo un amico, dopo le mie dimissioni è sparito. Non l’ho più sentito fino a ieri, quando contattandomi tramite un social, senza manfrine mi fa una domanda lavorativa prettamente opportunistica.
    Che gente di sterco! (oggi è il “no parolacce”-day)

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  4. Anna ha detto:

    Carissima Anna, è stata un esperienza difficile; spero tu ti sia ripresa. Penso che il nocciolo stia nel fatto che siamo ( e mi ci metto anche io) ingenue e per niente invidiose degli altri. Io però sono felice comunque di essere così. È certo che esperienze come queste lasciano il segno! Preferisco guardare avanti ed essere comunque fiduciosa!!! Quello che scrivi mi sta aiutando molto. Le tue sono pillole di saggezza!!!
    Anna

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  5. Laura A. ha detto:

    Ah ecco… un altro incompetente e idiota come il mio capo che mi ha tolto il lavoro… 😦

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