Finalmente un sabato a casa, e per giunta da sola 🙂 meglio che una vacanza!
La sveglia è suonata presto, come sempre, ma mi è parso strano non dovermi affrettare e non avere impegni di nessun tipo. Ho preparato la mia bella colazione (3 fette biscottate con marmellata bio, un kiwi del mio giardino e una tazza di tè verde all’arancia) e ho pensato a come avrei riempito questa giornata. Io ormai sono così abituata alle liste di cose da fare che, senza, mi confondo, mi perdo, divento totalmente improduttiva. Lo so che -a volte- è piacevole e sacrosanto l’ozio, ma c’è quella percentuale di sangue prussiano nelle mie vene che mi porta a dover essere sempre impegnata. E poi sono così rari questi weekend che mi sentirei a disagio a sprecarne le ore così lungamente attese!
L’ho detto in passato e lo ripeto ora: quando riesco, regalo volentieri un po’ di tempo in più alla mia casa (oltre alle routines salvavita, intendo). Finchè era perennemente disordinata odiavo le pulizie (per forza: c’era così tanta roba che l’impresa era frustrante… tanta fatica, zero risultati e sempre al punto di partenza!) ora invece mi piace. Un giorno chiacchieravo con un’amica che in questo periodo ha perso più di quaranta chili… e dicevamo che, in fondo, abbiamo seguito un percorso simile: lei ha fatto la dieta per perdere il peso superfluo, e io l’ho fatta fare alla mia casa, per liberarla dalle cose superflue. Il risultato è lo stesso: ora entrambe amiamo molto di più il nostro nuovo corpo/spazio, e ci teniamo a coccolarli e a regalare loro nuove e meritate attenzioni. Abbiamo cambiato stile di vita, e sappiamo che sarà definitivo perchè ci fa stare bene, soprattutto ci dà serenità (e, cosa non secondaria, ha fatto fare un’impennata alla nostra autostima). Abbiamo un metodo, delle routines, e se prima ci gratificavamo con cibo/oggetti, ora puntiamo alla qualità del piacere.
Ecco, in questo percorso, pian piano, sono diventata totalmente vegetariana. Non è stato uno sforzo, visto che a me la carne non è mai piaciuta, ci sono arrivata dopo aver riflettuto un bel po’ sul pessimo modo in cui mi nutrivo (e il tutto è partito da lì e lì). Ora mangio sicuramente meglio, forse anche di più, ma zero schifezze (mi son sempre vergognata a dirvelo, ma il mio confort food era a base di sacchetti di popcorn e salatini…). E di passo in passo -sì, tutto questo è avvenuto progressivamente negli ultimi due mesi- ho anche capito che mi ero stancata di tingere i capelli. Madre natura, per una ragione che non è mai stata chiara (dovrei chiedere allo spirito di qualche trisavola birichina, forse? 😉 ) mi ha regalato dei capelli corvini, del tutto incongrui in una montanara dolomitica dalla pelle lattea e dagli occhi chiarissimi… e li ho adorati, finchè non hanno cominciato a ingrigirsi. Ossessionata dalla fobia di invecchiare, ho sempre rincorso ogni singolo capello bianco, ma ora sto forse raggiungendo la maturità del mezzo secolo. Me li tengo come sono. Li accorcio, e li lascio liberi di brizzolarsi come vogliono.
Infine, e questo è forse il cambiamento più rivoluzionario, ho comprato dei jeans :D. Ero forse l’unica sciureta a non averli, ma davvero, ho sempre pensato che dai quarant’anni in su jeans, felpe e tuta vanno bene a casa, se una proprio ci tiene, ma per uscire… ussignur, proprio no. Ora non so quando e come li userò, ma immagino che un giorno o l’altro, magari quando la temperatura non sarà particolarmente gelida, troverò il coraggio di osare 🙂
Anna… poche, sintetiche, parole: SEI IL MIO MITO!!! 😉
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🙂
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Mi hai fatto sorridere: io senza jeans sarei persa….non ho praticamente altri pantaloni 😀 ! ma mi rendo conto che, oltre al gusto personale, dipende molto anche dal tipo di lavoro che si fa. Per i capelli, provo una puntina (buona) di invidia: anche a me piacerebbe tenerli naturali, e soprattutto corti, ma sono talmente fini ed evanescenti che sembrano lanugine….almeno con un po’ di colore hanno un aspetto un po’ più normale (e poi ho le orecchie un po’ a sventola, e quindi corti corti non se ne parla proprio!)…
Per il resto, complimenti! E’ bello leggere queste esperienze, che stimolano anche gli altri ad impegnarsi!
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un giorno in cui ero in ferie mi chiamarono al lavoro per un problema urgente e io ci andai appena uscita dalla lezione di yoga: il direttore sgranò gli occhi dalla sorpresa vedendomi in t-shirt, mi disse che era convinto che io vestissi unicamente con camicie ogni giorno dell’anno 😀 non sarà male imparare ad essere meno formale, e forse anche il taglio di capelli va in questa direzione…
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Che bello questo post Anna, molto famigliare. Anch’io quando sono a casa da sola cerco di dedicare più tempo alla casa/a me.
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…sono così rari e preziosi questi giorni ‘libera da impegni di lavoro e di famiglia’… l’unico lusso che non mi concedo più è quello di girare per casa in pigiama tutto il giorno, flylady non me lo consente 🙂
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Quello non riesco a farlo, stare in pigiama mi fa sentire a disagio, mi cambio sempre anche quando sono malata! Ero una delle poche che si vestiva (in tuta) anche durante il ricovero ospedaliero! Il pigiama proprio non riesco a tenerlo oltre lo stretto necessario
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io una volta lo facevo, ma ho del tutto perso l’abitudine, lavarmi e vestirmi appena alzata è un imperativo categorico! E ora mi sembrano così sciatte le persone che stanno in pigiama durante il giorno… mentre io a loro sembrerò una che non sa godersi il tempo libero!! 😀
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È come se ci fosse un interruttore che scatta solo se sono vestita!
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