Qualche giorno fa ho elencato i libri che ho trovato più utili e interessanti nel corso del 2015, e quello di cui voglio parlare oggi è stato davvero una sorpresa positiva. Temevo di trovarmi di fronte una pseudo guida da quattro soldi, in cui in concreto vien detto poco, e con quell’umorismo farlocco che può colpire solo i pensieri deboli. Ma poichè ho imparato che i miei pre-giudizi spesso mi portano fuori strada, un bel dì ho deciso di aprirlo e di leggerne alcune pagine, con il fermo proposito di non andare oltre il primo capitolo, se proprio non mi fosse piaciuto.
Primo capitolo? Ahi, ero già fuori strada. Non ci sono capitoli, ci sono piani… dall’ingresso si sale progressivamente fino al nono piano, e da lì si arriva all’attico: ma vedrete, leggendo, che non è una stravaganza, come non lo è il titolo. Il punto di partenza del libro è che cambiare è difficile (ma non impossibile) e l’obiettivo è fornirci una nuova prospettiva cosicchè quelli che definiremmo ostacoli possano essere invece considerate opportunità.
Ma dicevo del titolo: chissenefrega non vuol dire ‘me ne frego‘. Ecco dove sbagliavo, ed ecco perchè ho fatto bene a superare il mio pregiudizio. Vuol dire ‘permettiti di essere quello che sei, e non quello che pensi di dover essere’. Fin qui, però, ci eravamo arrivati anche da soli… L’autrice riesce a spiegare, con una chiarezza incredibile (e un’ironia delicata, mai fuori luogo) perchè non riusciamo ad avere quell’indipendenza che ci permetterebbe di essere noi stessi, perchè diciamo sì ogni volta che invece vorremmo dire no… Parla delle nostre paure (che derivano dalla nostra infanzia…) e di come le nascondiamo -cercando, per esempio, l’approvazione degli altri. Ci spiega cosa siano i nostri vuoti e come dobbiamo lavorare per colmarli, ed ogni dipendenza che superiamo è un filo che stacchiamo (ah sì, ci fa anche vedere Pinocchio sotto una luce diversa…) per trasformarci da burattini a uomini.
E’ un libro che lascia dei segni forti, in certi momenti dicevo anche che no, non ero proprio d’accordo, perchè non mi piaceva quel che leggevo (giusto perchè sul tema delle paure e dei vuoti ha colpito duro!). C’è un ‘di più‘: i concetti sono anche rappresentati graficamente, ma non pensate a schemi e tabelle tradizionali… perchè sono una cosa diversa!
(Se vi interessa, qui c’è un’interessante intervista all’autrice, Elena Orlandi)
Mi incuriosisce molto, vorrei leggerlo e soprattutto vorrei regalarlo a mia sorella, campionessa di sensi di colpa, di incapacità di dire no e di “non sta bene”, devo cercarlo però cartaceo!
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non è facilissimo trovarlo in forma cartacea, ma con un po’ di pazienza si riesce! io l’ho prenotato in libreria e dopo qualche giorno (prima del previsto, anche!) voilà, era arrivato 🙂
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