Durante il periodo di sovraffollamento emotivo dei mesi scorsi ho trascurato alcune buone abitudini, non fino al punto da rinnegarle, ma quanto bastava per sentirmi a disagio. Ho scoperto di aver bisogno di ripristinare le routines faticosamente conquistate, e di aver messo dei paletti su punti che credevo ancora precari: il cibo, per esempio. L’aver interrotto la pianificazione dei pasti si è rivelato un errore che ho corretto il prima possibile, non tanto perchè sentissi la necessità di organizzarmi (magari fosi così brava!) ma perchè ho scoperto di non riuscire più a mangiare serenamente quella spazzatura di cui solo poco tempo fa andavo tanto ghiotta.
Alcuni mesi di alimentazione vegetariana e responsabile, in cui ho scelto con cura ogni singolo ingrediente, mi hanno resa molto esigente: la sera in cui ho scaldato in forno una pizza surgelata (mio pasto abituale e adorato per anni!) l’ho trovata ignobile e immangiabile. Ho scoperto che la mia abbondante razione giornaliera di verdure colorate non era sostituibile da nessuno sfizio precotto, semplicemente perchè ormai preferisco quei sapori semplici e soprattutto voglio sapere cosa mangio.
Aggiungiamo che la lettura de Il dilemma dell’onnivoro (se non lo conoscete, ve lo consiglio!) mi è stata oltremodo utile per tornare velocamente ai miei pasti consapevoli… e da lì il passo è stato breve: mangio poco, ma bene, via le schifezze e -udite udite- ho persino eliminato il dolcificante dal mio tè verde. Però, diciamocelo, il tè amaro non mi piace proprio: tutti mi dicono che è solo questione di abitudine, ma allora perchè dopo due mesi ogni sorsata è una smorfia?! 😀
che brava, si vede che con un’alimentazione più consapevole ti sei trovata bene ed è il tuo stesso fisico che la torna a cercare! anche a me è capitato con certi tipi di cibi che per comodità prima utilizzavo, soprattutto le “paste pronte” da riscaldare, non riesco proprio più a mangiarle….(ma questo non vuol dire che io sia diventata un’integralista del cibo sano, ahimè ho ancora tante lacune e tanti vizi!!!)
ma nel the verde non vuoi aggiungere nulla tipo miele o sciroppo di riso o di agave?
le tisane riesco a berle al naturale, ma nel the un minimo di dolce mi serve e metto il miele
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ecco, sul versante ‘piatti pronti’ sono migliorata tantissimo… ma semplicemente li ho eliminati. Non sono (ancora) riuscita a sostituirli con quelli preparati da me, e chissà se ce la farò… Lontano dai pasti salvo ricette di piatti semplici e sfiziosi, ma al momento di pianificare mi passa ogni fantasia… 😦
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Anche a me è successo di non riuscire più a mangiare “schifezze” dopo il primo periodo di alimentazione sana…magari mi fa voglia, ma non mi dà più soddisfazione e quindi non le compro/non le mangio più. Vuoi mettere con la soddisfazione di un dolce preparato a casa, un piatto elaborato, magari non bellissimo da vedere, ma buono e sano?
Brava! Un bel traguardo!
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…eh come no, sapessi quanti dolci preparo io… 😀 però so fare dei buoni panini con farine di tutti i tipi e semi a volontà!
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Ecco, io con il pane sono un po’ scarsa 😉
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Il the verde puro, non è buono senza zucchero, ma c’è un trucco: ci sono dei the verdi aromatizzati: ci aggiungono pezzetti di fragola e mango disidratati, oppure lemongrass, mirtilli, insomma, ce ne sono di tanti tipi. Sono fruttati e quindi niente zucchero, sono buonissimi!! Ho la fortuna di avere un negozio di the vicino a casa, certo, non si trovano dappertutto.
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seguendo il tuo consiglio, ne ho comprato alcuni tipi e devo dire che il sapore cambia decisamente! Mi sento meglio… pensavo di esser la sola che lo trovava imbevibile al naturale!!! 🙂
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Non credo nelle abitudini che si creano da sole (un po’ come il mercato che si autoregola…), se di fatto riguardano cose che non ci piace fare.
A parte questo, sostanzialmente condivido tutto (vado volentieri di pizza, ma non surgelata, e soprattutto ora che ho scoperto la pianificazione dei pasti NON-TORNO-PIU’-INDIETRO). Amen.
Non sono palesemente vegetariana quanto te, ma sto su un sentierino vicino 🙂 E mi faccio dosi massiccie di legumi.
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…mi sono abituata ad alcuni sapori ‘buoni’ e non riesco più a tollerare le cose che sanno, in qualche modo, di ‘sintetico’… ma confesso che il cibo mi interessa sempre meno, lo vedo più come un fastidio (pensare, preparare, pulire…) che come un piacere. E questo, lo so, non è molto sensato
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