L’obiettivo di questo blog è costruire un percorso razionale, modificare dei comportamenti, portare ad un miglioramento continuo (toh! la filosofia kaizen applicata alla vita domestica!) per diventare una casalinga organizzata.
Benchè questo processo sia in embrione da un bel po’ di tempo, solo ora sto arrivando a codificarlo e a definirlo in modo attento e analitico, proprio per renderlo attuabile.
Ho già detto che ho dei ‘maestri’, in particolare un blog che ho citato più volte, dal quale traggo spunti, idee e anche, naturalmente, le linee guida per il metodo.
Mi sono accorta che lì era scritto più o meno quello che avevo intuito essere il metodo giusto per me, e credo sia stata proprio questa lettura a darmi lo stimolo per iniziare il blog e, parallelamente, iniziare queste mie 52 settimane di rivoluzione quotidiana.
Ora riassumo brevemente quel che ho detto nei post precedenti:
* essere disordinati e disorganizzati non è una condanna definitiva
* si imparano l’ordine e l’organizzazione acquisendo un metodo
* il processo di riorganizzazione è costante, e deve diventare un metodo di vita
* è necessario acquisire degli schemi e sapere cosa vogliamo fare (lista degli obiettivi)
* bisogna trovare un posto per ogni cosa, e riunire tutte le cose simili insieme
Detto questo, voglio entrare un po’ più nel dettaglio sull’ultimo punto e richiamarmi al titolo del post: cernitare, separare, buttare.
Io sono un’appassionata hobbista, e in casa ho di tutto, ovunque, e in quantità industriali. Pare sia una tara dei creativi accumulare in modo compulsivo, e poi, si sa, tutto può tornare utile.
Quindi per me è uno sforzo davvero grande quello di cernitare e buttare. Ma l’ho iniziato a fare nelle settimane passate, ed ho notato che è benefico e necessario.
Mi spiego meglio. Tra le altre cose mi piace cucire e, in particolare, sistemare vecchi abiti smessi per trasformarli in capi che mi piacciono. Benissimo, splendido hobby. Ma…
avevo in camera (e parlo solo della camera) ben 5 enormi bustoni pieni zeppi di abbigliamento smesso dai bambini, maglie e maglioni miei inutilizzati da anni, jeans a zampa, cappotti fuori moda ecc. Ovvio che mai nella mia vita avrei trovato il tempo e la voglia di riutilizzare tutto. Ecco il senso della cernita: ho fatto una pila di cose da buttare-e-basta, una di abiti da portare alla Caritas, una di capi ancora in ottimo stato da passare al bimbo di un’amica, una di pantaloni che potrei riutilizzare stringendo le gambe, un’altra di abiti di vario tipo che voglio tenere per ‘refashionarli’ a modo mio. Ci è voluta una mattinata, ma ho liberato un armadio e non ho perso nulla, perchè ho tenuto solo quello che davvero mi interessava avere!
Questo è il primo passo.
Altro punto importante, e strettamente collegato, è che poi tutte le cose simili debbano stare insieme. Quindi, in questo caso, vuol dire mettere in uno stesso posto tutti gli abiti che intendo modificare. Alla fine è un notevole risparmio di spazio, ma anche di tempo per cercare quel che serve, e sicuramente si scoprirà che ci sono molti doppioni (e via di nuovo con la cernita…)
(credit photo qui)